Il Piano regionale della prevenzione 2010-2012 rilancia l’azione per prevenire le malattie e promuovere stili di vita sani, con programmi rivolti alla popolazione generale e a gruppi di popolazione con specifici rischi. E lo fa ispirandosi ai valori e ai principi che stanno alla base della programmazione sanitaria della Regione: equità, integrazione, partecipazione. Per quanto riguarda le risorse viene seguita l’indicazione nazionale, assegnando cioè il 5% del Fondo sanitario regionale alle attività di prevenzione: questo significa 400 milioni di euro l’anno, di cui oltre 20 milioni per i programmi di screening oncologici.
Il Piano segue tre linee: programmi di prevenzione per tutta la popolazione, per gruppi specifici, e per scongiurare complicanze da recidive di malattie. Gli ambiti di intervento più significativi sono riconducibili a cinque grandi aree: promozione della salute, prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili, screening oncologici, lavoro e salute, ambiente e salute. La Regione Emilia-Romagna, inoltre, con un finanziamento di 500 mila euro dal ministero della Salute, attua una sperimentazione sulla “prescrizione dell’esercizio fisico”, principalmente per persone con malattie cardiovascolari e dismetaboliche: l’esercizio fisico “prescritto” e “somministrato” come un farmaco.
La promozione della salute, gli stili di vita: l’obiettivo è di contrastare l’insorgere di malattie croniche agendo sui fattori di rischio comuni: inattività fisica, alimentazione non sana, uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti. E’ noto che queste malattie sono la principale causa di morte nel mondo e che il loro impatto sta crescendo costantemente: in Emilia-Romagna le malattie del sistema circolatorio costituiscono la principale causa di morte (38%), seguita dai tumori (30%). L’eliminazione dei fattori di rischio comuni potrebbe prevenire l’80% delle malattie cardiache premature, l’80% dei casi di diabete tipo-2 e il 40% dei tumori. L’intervento riguarda dunque gli stili di vita ed è mirato a modificare le conoscenze individuali (pochi sanno che la sedentarietà è pericolosa quasi quanto il fumo di sigaretta) e il contesto sociale (per esempio riportare la vita quotidiana nelle strade dei quartieri, fondamentale fattore di sicurezza anche per i bimbi).
La vaccinazione è il mezzo disponibile più efficace per prevenire importanti malattie trasmissibili. L’Emilia-Romagna già da molti anni registra livelli di vaccinazione molto elevati (tra il 97% e il 93% degli interessati nelle vaccinazioni dell’infanzia, il 71,% delle interessate per il vaccino anti HPV, tutti dati al di sopra della media nazionale).
Il Piano prevede di consolidare l’ottimo livello già raggiunto dai tre programmi attivi: screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori della mammella, del collo dell’utero, del colon retto, intervenendo per favorire l’adesione delle persone che eseguono i test autonomamente e per favorire l’accesso alle persone più fragili. Per lo screening mammografico, la Regione - unica in Italia - ha allargato, già da gennaio 2010, il programma permettendo il coinvolgimento di tutte le donne dai 45 ai 74 anni. Sempre per la prevenzione del tumore della mammella, a partire dal 2012, sarà offerta la valutazione del “rischio familiare” e la presa in carico delle donne con questo rischio attraverso percorsi dedicati anche al di sotto dei 45 anni.
Per quanto riguarda il rapporto lavoro e salute, gli obiettivi sono la riduzione del 15% degli infortuni sul lavoro registrati nel 2009, e la riduzione dei rischi di malattie professionali (in particolare patologie neoplastiche e muscolo-scheletriche). Gli infortuni sono in diminuzione più che a livello nazionale (-13,1% nel 2009 rispetto al 2008 in Emilia-Romagna, -9,7% a livello nazionale); questa diminuzione può essere messa in relazione anche al calo degli occupati (-1,2% nel 2009 sul 2008). Tuttavia il calo totale degli infortuni è più rilevante di quello teoricamente ascrivibile alla riduzione degli occupati.
Per quanto riguarda il rapporto tra ambiente e salute, il Piano prevede di monitorare e contrastare gli effetti dell’inquinamento atmosferico, imputabile soprattutto al traffico di autoveicoli, con un progetto che riguarda due ambiti: la maggiore conoscenza degli effetti sulla salute e la realizzazione di monitoraggi sistematici;l’approfondimento sull’impatto degli impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani sulla salute con la conclusione di uno specifico studio (Moniter) attraverso un approfondimento specifico delle conseguenze sulla riproduzione (in particolare su nati pretermine).
Un “Centro di studi regionale sulle politiche, l’ambiente e la salute” (con competenze e risorse del Servizio sanitario, di Arpa, di enti pubblici di ricerca e di pubbliche amministrazioni) sarà istituito per favorire la collaborazione, per migliorare le conoscenze e l’efficacia degli interventi.
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